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Il progetto Sviluppo sostenibile nella filiera turistico-culturale pubblica due nuovi studi


 Il progetto Sviluppo sostenibile nella filiera turistico-culturale pubblica due nuovi studi

La prima pubblicazione, a cura di Maurizio Cocilova, punta l’attenzione sull’abbandono dei centri storici nei Comuni del Vallo di Diano. Un’elevata percentuale (pari al 58,7%) di case risulta non utilizzata, per trasferimenti a valle dei centri urbani meglio collegati con le principali vie di comunicazione. Un ulteriore motivo di non occupazione con un incidenza del 27,2% è quello denominato “vacanza”, intendendo per quest’ultimo l’utilizzazione di alcune abitazioni da parte di emigrati in determinati periodi dell’anno. L’abbandono segue in parallelo con l’aumento dei permessi di costruzione in zone libere come dimostra il caso studio di Padula, dove si registra dal 2000 al 2006 un incremento della superficie coperta complessiva di  51.000,00 MQ. Lo studio evidenzia come i Comuni non attenendosi ad una programmazione comprensoriale  stanno adoperando uno sviluppo del territorio in maniera indipendente ed autonoma, con gravi conseguenze per il paesaggio e i segni identitari e rurali delle Comunità.
 
La seconda pubblicazione, a cura di Salvatore Medici, inquadra quelli che rappresentano i programmi di recupero dei centri storici in ottica di ospitalità diffusa, avviati nel Vallo di Diano. Si tratta di un tipo di ospitalità che esalta le eticità di un luogo in cui il turista è a stretto contatto con la comunità locale. Sono presentati ed esaminati i quattro interventi già avviati: Borghi Autentici d’Italia (Teggiano, Casalbuono). Ospitalità da favola (Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano), Borgo Serrone (Comune di S. Arsenio), Compagnia dei Parchi.  La seconda parte invece propone nuovi modelli di utilizzazione del patrimonio edilizio, ideati nel Vallo di Diano, che oltre all’ospitalità considerano nuove attività economiche: il Centro Commerciale Naturale” di Sala Consilina, ed Ergameron Work Village per l’artigianato. Lo studio manifesta le eccessive lungaggini amministrative, che hanno portato ad un netto rallentamento dei progetti ed evidenzia la necessità di puntare al turismo come attività complementare ad altre, come il commercio, l’artigianato e l’agricoltura.  

Pubblicato il 11-10-2007, letto 1010 volte

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