Piano di Decentramento dell'Agenzia del Territorio

Il Piano di Decentramento dell’ Agenzia del Territorio

Un piano di decentramento è in generale un processo con il quale si intendono conferire ai Comuni nuove funzioni e trasferire agli stessi risorse umane e finanziarie, necessarie per gestire i servizi in forma autonoma e decentrata presso ciascuna realtà locale.

 Naturalmente per poter fare ciò gli enti locali devono poter rispondere in maniere efficiente e dinamica alla complessità dei problemi connessi all’ esercizio delle funzioni trasferite.

A questo proposito, l’ Agenzia del Territorio  sta sviluppando un complesso progetto per definire sotto il profilo tecnico, metodologico ed organizzativo le linee guida per il decentramento, tenuto conto di quanto previsto dalla normativa circa le procedure che dovranno completarsi entro il 2006.

L’ Agenzia del Territorio, dunque, sta portando avanti un fitto rapporto con i Comuni in forma singola o associata e con le Comunità Montane, si tratta di una vera e propria interazione necessaria e fondamentale per far si chè il processo di decentramento abbia una sua validità.

Lo sviluppo della prima fase progettuale, relativa alla definizione delle linee guida del processo di decentramento , ha portato alla stesura di un piano preliminare di attività.

Di particolare rilievo è la sensibilizzazione delle amministrazioni comunali sui temi del decentramento. A tal proposito tutti i sindaci dei comuni hanno ricevuto una informativa dettagliata dal Ministro per l’ Economia e le Finanze, con la quale i Comuni sono stati invitati a far conoscere la propria volontà  circa le modalità con le quali intendono esercitare le funzioni catastali, se direttamente, in forma singola o associata e tramite le Comunità Montane, oppure mediante delega all’ Agenzia del Territorio. E’ evidente che il nuovo sistema che si sta realizzando dovrà tenere conto della correlazione tra il territorio e la struttura operativa che dovrà servire ciascun bacino di utenza. Per questo motivo, non può essere predefinito un modello organizzativo standardizzato, nel senso di una applicazione  uguale per tutte  le  diverse realtà territoriali.

Lo  Stato si è riservato in materia di catasto  solo funzioni di indirizzo , disciplina delle imposte , controllo di qualità e gestione unitaria delle informazioni e per questo si avvale della propria struttura tecnica che è proprio l’ Agenzia del Territorio. Il piano di decentramento porta quindi i Comuni ad essere i veri protagonisti, essi, infatti,  sono sempre più coinvolti nella gestione del catasto, non sono più semplici utenti ma titolari delle  funzioni catastali e dei servizi. I Comuni, in forma singola o associata o tramite le Comunità Montane sono sempre più chiamati a decidere le politiche del proprio territorio, soprattutto nelle operazioni che riguardano l’ imposizione e la riscossione delle imposte connesse al patrimonio immobiliare.

Infatti, soltanto se si riuscirà ad attuare  il collegamento informatico  tra la documentazione catastale e la realtà territoriale si avrà la trasparenza e l’ equità nell’ attribuzione e ripartizione della fiscalità immobiliare e nell’ espletamento di altri importanti servizi. 
Proprio questo aspetto, ovvero, il collegamento informatico  tra la particella catastale intesa come unità minima della proprietà ( n.  particella, n. foglio, Comune di appartenenza) e il territorio inteso come insieme di ulteriori informazioni ( P.R.G., toponomastica, numeri civici, piani
 attuativi, piani sovraordinati, anagrafe ecc.) verrà approfondito in quanto costituisce, di fatto, l’ esperienza ed il percorso della Comunità Montana Vallo di Diano.


Il Quadro Normativo

In esecuzione della Legge 59 del 15 Marzo 1997 con la quale è stato attribuito al Governo il riordino  delle funzioni e dei compiti alle regioni e agli enti locali e l’individuazione dei beni e delle risorse finanziarie  da trasferire e ripartire ai fini del decentramento, è stato emesso il D.Lgs. 112 del 31 Marzo 1998. Tale provvedimento ha stabilito i compiti deputati allo stato ed agli Enti locali in materia di Catasto. L’art. 66 stabilisce che”….siano decentrate tutte le funzioni relative alla conservazione , utilizzazione ed aggiornamento degli Atti del Catasto ed i relativi processi di revisione degli estimi.”

Con il successivo decreto legislativo n. 300 del 30 Luglio 1999 è stata istituita, tra le altre l’ Agenzia del Territorio operante in qualità di “ organismo tecnico” per conto dello Stato per l’ esercizio delle funzioni e dei compiti catastali.

Per definire in maniera puntuale le risorse collegate all’operazione di decentramento è stato emanato un primo DPCM in data 19 Dicembre 2000 con il quale sono state individuate a livello nazionale le risorse, di personale e finanziarie da destinare ai comuni  per l’ esercizio delle funzioni.  Un secondo DPCM del 21 Marzo 2001 ha ridistribuito a livello provinciale le suddette risorse.

E’ in corso un intervento di sensibilizzazione grazie anche al contributo delle realtà locali e delle Comunità Montane che operano sulla base di un protocollo d’ intesa sottoscritto nel Febbraio 2002 in collaborazione con le strutture compartimentali periferiche dell’ Agenzia del Territorio.

L’ Agenzia del Territorio al fine di portare a termine il piano di decentramento così come previsto dal D.L.vo. n°112/98, nell’ ottica di programmare in maniera tempestiva le attività degli Enti interessati al decentramento delle funzioni catastali sta operando tramite le strutture regionali e  provinciali dell’ Agenzia; infatti, agli uffici regionali e  provinciali spettano alcune importanti attività sul piano pratico ed operativo: l’ identificazione delle risorse, la formazione del personale, la separazione degli archivi, l’ aggiornamento e la digitalizzazione delle mappe catastali e l’ avvio  di tutte le procedure per rendere attivi i Poli Catastali. Le sedi compartimentali regionali e  provinciali, dunque, costituiscono  dei veri e propri nuclei operativi per il decentramento.

Il direttore centrale “Cartografia e Catasto” dell’ Agenzia del Territorio, ing. Carlo Cannafoglia così definisce il piano del decentramento: il processo di decentramento è un processo articolato e complesso perché investe una moltitudine di attori: da una parte abbiamo gli oltre 8.000 Comuni d’ Italia, dall’ altra oltre 100 uffici provinciali, dall’ altra ancora 4.000 persone a livello di risorse umane che devono passare a lavorare dall’ Agenzia ai poli di decentramento comunale. Quindi il processo ha un impatto molto significativo, proprio per questo motivo il legislatore con il primo PCM di attuazione del d.l.gs. ha previsto tempi di attuazione di tre anni”( da L’ Ufficio Tecnico, Novembre 2002, p.1178.).


Un processo così delicato  ha necessità di   supporto, per questo l’ Agenzia del Territorio ha stabilito forme di collaborazione con l’ANCI e l’ UNCEM proprio per cercare di avere un insieme di persone e di strutture che conoscendo le problematiche connesse al decentramento possono svolgere un ruolo di  intermediazione nell’ ambito dei Comuni e delle Comunità Montane.

Proprio presso la sede della Comunità Montana “Vallo di Diano”, in data 22 Aprile 2002 si è tenuto il secondo convegno nazionale sul  tema “Il Piano di Decentramento del Catasto ai Comuni”. Il Convegno promosso dall’ Associazione Nazionale delle Comunità Montane , UNCEM, e dall’ Agenzia del Territorio ha visto la partecipazione del Direttore generale dell’ ANCI , Associazione Nazionale dei Comuni Italiani dott. Fabio Melilli, del Direttore generale dell’ UNCEM dott. Bruno Cavini e del Direttore del Catasto ing. Carlo Cannafoglia a testimonianza dell’ interazione e della sinergia tra diversi attori per avviare un processo così ricco ed articolato.



Quali sono le Funzioni Catastali


Il piano di Decentramento riguarda , dunque, il passaggio delle attività e delle funzioni catastali ai Comuni. Ma che cosa si intende per funzioni catastali  e quali sono?

“ La funzione catastale  è per definizione correlata ad attività di conoscenza della realtà territoriale.
Le funzioni catastali, dunque, consistono nella gestione organizzata delle informazioni di natura amministrativa-censuaria relativa ai beni immobili ( terreni e fabbricati) presenti sul territorio Nazionale”.

Se la missione fondamentale è quella, da una parte, di gestire i servizi cartografici e la conservazione dei pubblici registri immobiliari, dall’ altra la novità tra le funzioni catastali è rappresentata dalla costituzione dell’ anagrafe immobiliare intesa come anagrafe catastale completata da tutte le informazioni che derivano dai pubblici registri immobiliari, quindi non solo gli oggetti ma anche i soggetti titolari di diritti .

L’ attività centrale è una operazione di aggiornamento ed informatizzazione del Sistema di Gestione Cartografico. L’ informatizzazione riguarderà gli atti di aggiornamento sia degli elementi geometrici che del patrimonio cartografico del Catasto. Questo consentirà di gestire ed “ usare” gli atti di aggiornamento in maniera completamente digitale. Il “ modulo del decentramento” che le Amministrazioni Comunali hanno ricevuto chiarisce tutte le novità, sia in termini di adeguamenti informatici, di normative che  di strumenti operativi  del nuovo catasto.

Da qualche mese , infatti  negli uffici periferici dell’ Agenzia è iniziato il processo degli atti di aggiornamento geometrico e  del patrimonio cartografico del catasto. All’ inizio dell’ anno era già attiva la procedura che introduce l’ acquisizione grafica degli elaborati tramite il DOCFA ( Catasto Fabbricati), mentre ci si avvia all’informatizzazione del Catasto Terreni tramite il Sistema PREGEO che porterà tre innovative modalità di aggiornamento della mappa catastale: l’ elaborazione grafica, l’ altimetria ed il GPS.


Ma la vera novità consiste nell’ invio telematico degli atti di aggiornamento. Il nuovo sistema produrrà in maniera digitale un modello contenente il grafico della mappa catastale comprensivo delle nuove  linee di frazionamento, con la nuova componente altimetrica si passa dalle quote assolute di rilievo alle relative ,inoltre tra le tecniche di rilievo verrà finalmente utilizzato il GPS. Il rilievo tramite GPS non comporterà nessuna trasformazione dei dati del rilievo catastale, infatti, l’ applicazione del PREGEO riporterà il tutto nel giusto sistema di riferimento.



Agenzia del Territorio ed Enti locali: competenze e funzioni

Diverse sono le funzioni suddivise tra l’Agenzia del Territorio e gli Enti Locali.

I compiti che l’Agenzia del Territorio avrà una volta attuato in maniera definitiva il processo di decentramento, sono quelli relativi  al controllo della qualità delle informazioni, al monitoraggio ed alla gestione unitaria e certificata dei flussi di aggiornamento. Sempre tra le competenze dell’ Agenzia del Territorio vi è la definizione dei criteri per la classificazione censuaria urbana dei terreni e la determinazione dei redditi per la riclassificazione degli estimi.

Inoltre, lo Stato, tramite l’ Agenzia del Territorio manterrà alcune funzioni fondamentali non solo di regia, ma anche gestionali, soprattutto in materia di servizi cartografici, nel settore della pubblicità immobiliare, ove con la realizzazione del progetto modello unico telematico si avranno risvolti positivi sull’allineamento dei soggetti nelle Banche Dati Ipotecarie e Catastali, e non ultimo l’anagrafe nazionale dei beni immobiliari.

In sintesi le funzioni mantenute dallo Stato sono:

Agli Enti Locali passerà , invece, la gestione degli atti del catasto terreni ed edilizio in materia di conservazione/aggiornamento nonché di utilizzazione e revisione degli estimi e del classamento.Il Comune diventa attore del Sistema e quindi un soggetto abilitato a registrare le eventuali modifiche verificatesi nel tempo nella consistenza e nella destinazione /utilizzazione degli oggetti immobiliari ( terreni e fabbricati).

In sintesi le funzioni che passeranno ai Comuni sono:

·        Gestione degli atti del Catasto terreni ed edilizio urbano in materia di conservazione ed aggiornamento;
·      Revisione degli estimi e del classamento;

Le modalità per il passaggio delle funzioni catastali ai Comuni sono due: in forma singola, in forma associata  o  tramite delega alle Comunità Montane.

L’obiettivo è quello di raggiungere un bacino di aggregazione “ minimo” che consenta di attivare la creazione di un Polo Catastale, i Comuni vedranno l’ istituzione dell’ Ufficio del Polo che avrà un collegamento diretto con l’ Agenzia del Territorio.



Il Polo Catastale

I piccoli Comuni, così come è stato detto in precedenza, hanno tre modalità per “ recepire” il passaggio delle funzioni catastali. Possono rimanere  da soli o formare un’ aggregazione  tra di loro oppure possono delegare la Comunità Montana che assolve quale ente sovracomunale alla funzione di aggregazione essendo essa stessa una  amministrazione formata da Comuni. Infatti, la componente demografica ovvero la dimensione dei Comuni si pone come un ulteriore problematica da superare proprio quando si parla di “ economicità di gestione”; ecco perché gli Enti Locali ed in modo particolare le Comunità Montane dovranno assumere un forte impegno nell’ esercitare i loro mandati, agevolando le forme di aggregazione e  recependo  le deleghe dei Comuni affinché si possa superare la rilevante difficoltà di tipo organizzativa e ovviare alla problematica della diseconomia che è naturalmente connessa al percorso di decentramento. Molti sono gli interventi di sensibilizzazione che portano ad oggi a definire nella forma di  aggregazione la modalità più funzionale alla gestione delle attività catastali.

Ai fini della presentazione degli atti di aggiornamento, i cittadini dei Comuni aggregati o che hanno delegato la Comunità Montana andranno all’ Ufficio del Polo che dovrà avere un collegamento diretto con l’ Ufficio dell’ Agenzia.

Con la concretizzazione del processo di decentramento verrà istituito l’ Ufficio del Polo, esso è un vero e proprio Ufficio Catastale completo di tutte le funzionalità e servirà i Comuni singoli aggregati oppure le Comunità Montane che hanno ricevuto la delega da parte delle Amministrazioni Comunali

Al Polo catastale spetteranno dunque tutte le funzioni che saranno decentrate a livello degli enti Locali. Nelle funzioni di loro competenza i poli catastali dovranno essere completamente autonomi e ad essi dovranno fare riferimento i cittadini. Una volta a regime un polo catastale sarà costituito da un front-office, da un back- office e da un archivio.

Tra Polo Catastale ed Ufficio Provinciale ci saranno continui flussi di scambio di dati di aggiornamento, a tal fine sarà potenziata la struttura informatica. Il processo di decentramento avrà conclusione quando l’Agenzia del Territorio non tratterà più le pratiche di competenza dei poli catastali, alla conclusione operativa corrisponderà poi una conclusione formale tramite D. P. C.M. che formalizzerà il trasferimento delle risorse umane, strumentali e finanziarie dall’ Agenzia del Territorio agli Enti Locali.

La Sperimentazione dei Poli Catastali: Lo Stato dell’ Arte


Il processo di decentramento è indirizzato e coordinato , come si è già evidenziato, dall’ Agenzia del Territorio, che si fa carico della gestione di questa fase di passaggio e della transizione alla nuova situazione di Catasto delocalizzato.

Per questo motivo il processo di decentramento vero e proprio è preceduto da un iter di “ sperimentazione” che è tuttora in fase di completamento.

La sperimentazione avviata su 9 poli catastali ha le seguenti finalità:

  1. Acquisire elementi di giudizio per pianificare e sviluppare le successive fasi di decentramento operativo;
  2. Precisare le modalità e i costi annessi al conferimento ed all’ assunzione delle funzioni catastali da parte dei Comuni.

Per la realizzazione del “ Piano di Decentramento” sono state individuate numerose attività progettuali tra le quali la sperimentazione presso alcune realtà locali, sia singole che associate, è una tra le più importanti.

Infatti, è stato possibile simulare i possibili percorsi di decentramento, dalla sperimentazione, inoltre, sono stati acquisiti anche gli elementi di giudizio necessari per definire le modalità di riparto delle risorse umane e finanziarie da trasferire ai Comuni per l’ esercizio delle funzioni catastali, unitamente alle indicazioni dei requisiti tecnico-organizzativi e degli strumenti normativo-procedurali necessari per consentire ai comuni e/o alle Comunità Montane le funzioni catastali.

Dall’ analisi sono emersi fattori di criticità derivanti dal funzionamento dei poli con particolare riguardo agli oneri di funzionamento delle strutture decentrate, al grado di  professionalità degli addetti, ai fabbisogni in termini di formazione/assistenza, nonché ai livelli di qualità dei servizi da erogare. Ogni processo di decentramento, infatti, comporta la perdita delle economie di scala che una organizzazione centralizzata riesce a sfruttare.

I fattori di criticità riscontrati si possono così riassumere:

·        Diseconomie di scala rispetto al modello provinciale;
·        Qualità ed integrazione dei dati;
·        Disponibilità di cartografia numerica;
·        Formazione degli Archivi catastali nei Comuni;
·        Trasferimento degli Archivi;
·        Formazione del personale interno;
·        Mobilità e riqualificazione del personale dell’ Agenzia;

Ad oggi la fase di sperimentazione continua, ed il piano di decentramento continua nell’ attuazione di tre finalità ritenute prioritarie:

1.      definizione di percorsi attuativi e di modalità organizzative tramite un’ apposita task –force;
2.      sperimentazione su casi concreti e sondaggi conoscitivi;
3.      decentramento “ sperimentale” sia per i Comuni singoli che in forma aggregata.

I Poli di sperimentazione già attivati sono: Sulmona ( AQ), Avezzano ( AQ), S. Giovanni in Persicelo (BO), Bollate (MI); quelli in corso di attivazione sperimentale sono: Codroipo ( UD),  Castrovillari (CS), Cosenza, Mondovì ( CN).
I Poli di sperimentazione sono in attesa della stipula di protocollo per l’ avviamento del processo definitivo di decentramento, intanto sono iniziate le fasi operative preliminari per l’ assunzione delle funzioni catastali. &


Le problematiche della fase d’ avvio

Il trasferimento delle funzioni catastali  dallo Stato ai Comuni pur essendo una particolare azione legata al Catasto ed all’ attuazione di quello che viene riconosciuto come “Piano di Decentramento Catasto_ Comuni”, porta in sé le stesse problematiche legate in generale ad un qualsiasi processo di trasformazione, di cambiamento, di innovazione. Infatti la vera novità di questa politica di decentramento è la nuova funzione che in genere viene data agli Enti locali. Un processo che non vede nel passaggio delle funzioni catastali ai comuni un’ azione isolata ma che fa parte di un cambiamento molto più profondo che coinvolge tutti gli aspetti della Pubblica Amministrazione.

Un momento di transizione ancora non concluso che porta ogni “ progetto di decentramento” ad affrontare nuove problematiche, una mentalità diversa ed una predisposizione al cambiamento.

Le istituzioni sono, infatti, costrette a ripensare il proprio ruolo: non c’è più un unico attore capace di governare la complessità sociale  di un territorio.

Si sta passando dallo stato piramidale a quello di rete. Si parla più in generale di decentramento amministrativo.Tuttavia la fase sperimentale per ogni processo di “ decentramento “ avviato è ancora in piena attività. Definire ed attuare le politiche pubbliche è un processo articolato a cui partecipa una moltitudine di soggetti a prescindere dalla loro natura giuridica. Le decisioni ed il successo di un programma derivano, oggi, dalla capacità di soggetti diversi di interagire, mediare, attraverso la cooperazione ed il coinvolgimento paritetico nella realizzazione di  un efficace piano di amministrazione della cosa pubblica.

I piani di decentramento hanno in sé numerose finalità che vanno poste come base imprescindibile da cui dover partire  ma che rappresentano allo stesso tempo i punti nodali più difficili da attuare.

C’è un problema di risorse ( umane e finanziarie) ma soprattutto di una piena ed efficiente utilizzazione ed occupazione delle stesse. Le Regioni, le Province, le Comunità Montane, i Comuni ricoprono con diversi gradi di competenza e responsabilità una posizione oggettivamente centrale rispetto ai problemi di sviluppo e alle attività decentrate. Il loro orientamento, la loro capacità e competenza e soprattutto la capacità di dialogare è alla base di ogni politica innovativa. I diversi livelli istituzionali seppure con responsabilità differenti dovranno essere completamente responsabilizzati nella programmazione e nello sviluppo dei territori. Tutto questo richiede la costante ricerca finalizzata al raggiungimento di un equilibrio tra efficienza ed economicità nelle attività delle pubbliche amministrazioni e sulla creazione di prodotti/servizi moderni in linea con i bisogni reali dei cittadini e competitivi sul mercato.     

Il punto più dolente, nell’ attività del decentramento è sicuramente quello che riguarda il trasferimento del personale.

 La fase intermedia: la validità e l’ efficienza degli Sportelli Decentrati ( Prima Parte)

L’ art. 24 L. 31 Gennaio 1994 n. 97 stabilisce che: “… le Comunità Montane possono operare quali sportelli dei cittadini per superare le difficoltà di comunicazione tra le varie strutture ed i servizi territoriali. Attraverso il Sistema Informativo della montagna viene sottoscritto in data 14/02/ 2000 il Protocollo d’ Intesa per l’ Ufficio del Territorio  di Salerno presso la Comunità Montana “ Vallo di Diano” con i seguenti servizi:


·        Visure;
·        Consultazioni;
·        Certificazioni;
·        Presentazione atti di aggiornamento;
·        Consulenza tecnica;
·        Informazione e distribuzione modulistica;
·        Ritiro certificazione.

In termini economici l’ attivazione dello sportello decentrato del catasto presso la Comunità Montana “ Vallo di Diano” per il 2001 ha comportato l’ impiego di numero tre dipendenti con un costo di euro 80.000

Una linea telefonica dedicata quattro giorni , più due rientri settimanali con un costo annuo di euro 25.000 circa.

Spese per energia elettrica, manutenzione, cancelleria ecc. per un ammontare di euro 30.000 circa. Il totale di spesa per un anno ammonta pertanto  a euro 108.000 circa. Tutto ciò ha comportato concreti vantaggi per il cittadino in termini di economia, tempi, sicurezza, ma per contro, anche un elevato costo di gestione per la P.A.

Affinché il servizio sia economicamente vantaggioso per la Pubblica Amministrazione la Comunità Montana ha strutturato un modello organizzativo che si basa sulla:

L’ aggregazione ottimale è stata individuata nell’ ambito territoriale della  stessa C.M. che ha già funzione di sportello al cittadino:

1.      Bacino di utenza: 65.000 ab.

2.      Estensione territoriale: 71.865 Ha.

3.      Numero di Comuni interessati: 15

Il valore aggiunto è l’ economicità di gestione a tal fine i Comuni del Vallo di Diano hanno già deliberato con Atto Consiliare la delega delle funzioni catastali alla Comunità Montana.

 

 

La fase intermedia: la validità e l’ efficienza degli Sportelli Decentrati ( Seconda Parte)

La Comunità Montana “ Vallo di Diano” ha quindi attivato da ben due anni lo sportello decentrato del Catasto.

Ma qual’ è stato il percorso tramite cui si è giunti a tale risultato.

La stipula di un Protocollo d’ Intesa tra l’ Ufficio del Territorio di Salerno e la Comunità Montana “ Vallo di Diano” firmato in data 14/02/00, ha determinato l’ avvio di questo iter.

La norma cui fare riferimento è l’ art. 24 della Legge 31 Gennaio 1994, n. 97 recante “ Nuove disposizioni per le zone montane”, il quale stabilisce che “ le Comunità Montane possono operare quali sportelli dei cittadini per superare le difficoltà di comunicazione tra le varie strutture ed i servizi territoriali”; nell’ ambito di tale disposizione di legge, in data 30/6/1998 è stato sottoscritto un Protocollo d’ Intesa tra il Ministro delle Finanze-Dipartimento del territorio ed il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, avente ad oggetto l’ apertura di sportelli decentrati degli Uffici del Territorio presso i siti erogatori del servizio S.I.M.. Il citato protocollo prevedeva che il Dipartimento del Territorio consentisse l’ acceso telematico alle informazioni di natura catastale presso i siti erogatori dei servizi del Sistema Informativo della Montagna, servizio esplicato mediante visura catastale e di cui la Comunità Montana deve usufruirne a titolo gratuito secondo le prescrizioni sulla riservatezza dei dati. Inoltre i servizi di visura e certificazione catastale saranno resi disponibili a titolo oneroso anche all’ utenza esterna secondo le normative vigenti.

Con questi presupposti la Comunità Montana Vallo di Diano con delibera di Giunta Esecutiva n. 135 del 15/9/1998 stabiliva di procedere all’ attivazione di uno Sportello Catastale presso la Sede dell’ Ente comunitario, individuando i locali idonei allo scopo e, nel contempo, si metteva a disposizione proprio personale da affiancare a quello dell’ Agenzia del Territorio di Salerno.

La formalizzazione di tale progetto è avvenuta il 14 Febbraio del 2000 con un ulteriore protocollo d’ Intesa  tra l’ Ente Comunitario e l’ Agenzia del Territorio di Salerno con il quale veniva stabilita l’ attivazione dello Sportello decentrato con le seguenti caratteristiche “…lo sportello da istituirsi dovrà risultare come sportello dell’ Ufficio del Territorio e sarà gestito esclusivamente da personale dell’ Ufficio stesso , sia per l’ accesso diretto, come terminale remoto, al sistema informativo dell’ Ufficio, sia in particolare per la gestione della cassa e della firma per il rilascio di visure e certificazioni. Al servizio saranno addetti inizialmente un funzionario con esperienza in materia di catasto Terreni e Catasto Fabbricati coadiuvato da altro impiegato esperto terminalista. Il funzionario, quale Agente Contabile, avrà in particolare la responsabilità dell’ incasso dei   Tributi Speciali che sarà giornalmente depositato presso il locale Ufficio Postale, non essendo possibili il deposito presso la Tesoreria provinciale.


L’ Ufficio del Territorio si riserva la facoltà di sospendere temporaneamente il funzionamento dello Sportello qualora dovessero verificarsi gravi problemi per l’ impiego del personale stesso. Il personale dipendente della Comunità Montana “ Vallo di Diano” autorizzato per l’ accesso ai servizi del SIM coadiuverà l’ incaricato dell’ Ufficio del Territorio. Il suddetto personale provvederà all’ apertura e chiusura del locale SIM.”( da Protocollo d’ Intesa 14/02/00)


Per quanto concerne i servizi, i primi resi disponibili sono i seguenti:

Visure
  1. Archivio Amministrativo censuario del catasto dei fabbricati-intero territorio nazionale;
  2. Archivio Amministrativo censuario del catasto terreni- intero territorio nazionale;
  3. Archivio geometrico del catasto terreni- intero territorio provinciale.
Consultazioni
  1. Monografie dei punti fiduciali;
  2. Tabulati dei punti fiduciali - intero territorio provinciale;
Certificazioni
  1. Certificati di partita attuali del catasto terreni- intero territorio nazionale;
  2. Certificati di partita attuali del catasto fabbricati-intero territorio nazionale;
  3. Certificati storici del catasto terreni- intero territorio provinciale;
  4. Certificati storici del catasto dei fabbricati- intero territorio provinciale;
  5. Certificati storici all’ impianto del catasto terreni ( rilascio differito);
  6. Certificati storici all’ impianto del catasto fabbricati ( rilascio differito);
  7. Estratti di mappa indicativi del catasto fabbricati( rilascio differito);
  8. Estratti di mappa catasto terreni ( rilascio differito).
Servizi
  1. Consulenza tecnica sul Catasto Terreni e sul Catasto fabbricati;
Informazioni
  1. Procedimenti catastali;
  2. Atti di aggiornamento del catasto terreni;
  3. Atti di aggiornamento del catasto dei fabbricati.
Distribuzione modulistica

Tutti i modelli in uso del catasto dei terreni e dei fabbricati

Ritiro certificazione

L’ ufficio del Territorio di Salerno s’ impegna a fornire, con onere a carico della Comunità Montana le copie dei fogli di mappa aggiornati di tutti i quindici Comuni membri ( Sanza, Buonabitacolo, Casalbuono, Montesano, Padula, Sassano, Monte San Giacomo, Teggiano, S. Rufo, S. Pietro al Tanagro, S.  Arsenio, Polla, Pertosa, Atena Lucana, Sala Consilina), Concordando le modalità per consentire in un immediato futuro anche l’ erogazione del servizio relativo alla visura delle mappe.

La fase intermedia: la validità e l’ efficienza degli Sportelli Decentrati ( Terza Parte)

In data 19 Dicembre 2000 fra il Ministero delle Finanze – Dipartimento del Territorio e la Comunità Montana “ Vallo di Diano” viene stipulato un Protocollo d’ Intesa  per la disponibilità della Banca Dati Catastale aggiornata relativa all’ intero territorio comunitario.

 La stipula del citato protocollo ha come presupposto una serie di azioni da parte di diversi Ministeri.

Infatti, il Ministero delle Finanze-Dipartimento del Territorio, ha in corso di attuazione l’ automazione degli Uffici provinciali, relativamente ai servizi di visura e certificazione per le informazioni cartografiche ed alfanumeriche del Nuovo Catasto Terreni e del Catasto Fabbricati.

Pertanto l’ Amministrazione del Catasto ha intrapreso da tempo le attività per la formazione delle banche dati di cartografia e delle informazioni amministrativo-censuarie, per questo motivo le informazioni presenti nelle banche dati catastali richiedono frequentemente interventi preliminari di aggiornamento, onde ottenere una immagine fedele della situazione, delle attività  e degli insediamenti per la predisposizione di corretti programmi di pianificazione territoriale.

Inoltre, proprio in base alla legge n. 142 del 1990 si pone per i Comuni e per le Comunità Montane, l’ esigenza di definire nuovi modelli organizzativi per l’erogazione di servizi ai cittadini ( presso la Comunità Montana “ Vallo di Diano” è già operante lo sportello decentrato per i servizi catastali dell’ Ufficio del Territorio di Salerno), proprio in base a queste premesse tra le due parti si stabilisce una collaborazione strutturata nei seguenti punti:

1)      la gestione della banca dati del Catasto terreni sia per la formazione e l’ aggiornamento della cartografia numerica sia per l’ aggiornamento degli archivi censuari, tenuto conto, ecc.

2)      la determinazione analitica delle coordinate plano-altimetriche della maglia dei punti fiduciali in relazione ai seguenti aspetti:

·        l’Amministrazione del Dipartimento del Territorio ha introdotto, con un‘apposita normativa emanata nel 1998, una nuova disciplina nella redazione degli atti geometrici di aggiornamento della cartografia catastale;

·        i rilevamenti topografici per la redazione degli atti geometrici di aggiornamento devono essere appoggiati a vertici indicati dall’Amministrazione, denominati punti fiduciali;

·        parte di tali vertici costituiscono una maglia primaria di punti fiduciali e rappresentano un vero e proprio raffittamento delle reti trigonometriche di inquadramento della cartografia, mentre per la restante parte, più numerosa, costituiscono una maglia secondaria e rappresentano solo i vertici di appoggio dei rilievi di dettaglio;

3)      l’aggiornamento degli Archivi del Catasto fabbricati e formazione dell’ Archivio magnetico delle schede planimetriche, tenuto conto che:  

4)      la Formazione dell’ Anagrafe Fiscale delle Unità Immobiliari in relazione ai seguenti aspetti:

La Comunità Montana “Vallo di Diano” ed il Ministero delle Finanze- Dipartimento del Territorio hanno , quindi , definito un Protocollo d’ Intesa per il conseguimento delle seguenti finalità:

1)      gestione della banca dati di catasto terreni sia per la formazione e l’ aggiornamento della cartografia numerica, sia per l’ aggiornamento degli archivi censuari;

2)      determinazione analitica delle coordinate plano-altimetriche della maglia dei punti fiduciali;

3)      aggiornamento degli Archivi del Catasto fabbricati e formazione dell’ archivio magnetico delle schede planimetriche;

4)      revisione del classamento delle unità immobiliari urbane;

5)      controllo ed allineamento della toponomastica;

6)      formazione dell’ anagrafe fiscale delle unità immobiliari urbane.

Per quanto concerne la  gestione della banca dati catasto terreni per la formazione e l’ aggiornamento della cartografia numerica, il protocollo d’ intesa prevede:

  1. aggiornamento e digitalizzazione delle mappe esistenti;
  2. Integrazione delle mappe catastali con metodo aerofotogrammetrico utilizzando la fotoidentificazione su fotogrammi aerei;
  3. Formazione di nuova cartografia con metodo aerofotogrammetrico , in relazione allo stato di aggiornamento dei fogli catastali;
  4. Aggiornamento della cartografia numerica e degli archivi censuari mediante recupero.   

URPPrivacyElenco siti TematiciNote Legali

Do NOT follow this link or you will be banned from the site!