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BioVallo per il rilancio delle cave dismesse nel Vallo di Diano

Il Progetto BioVallo nasce dall¹ideazione di Ugo Picarelli della Leader sas che cura la direzione dell¹evento e di Luigi Centola (Holcim Global Award for Sustainable Construction 2006) che coordina il gruppo di lavoro e che ha elaborato strategia, masterplan e progetti in collaborazione con Aurelio Perez Martin dello studio Savener (Siviglia SPA) per la sostenibilità e con Joao Ferreira Nunes dello studio Proap (Lisbona POR) per il paesaggio, unitamente ad un Comitato di esperti in rappresentanza di Istituzioni e Associazioni e soprattutto a giovani professionisti locali. BioVallo è frutto di un dettagliato censimento cartografico e fotografico delle circa 70 cave abbandonate, dismesse, abusive o ancora in attività localizzate nei 15 comuni appartenenti alla Comunità Montana del Vallo di Diano, che ha consentito di dare avvio ad un piano strategico volto alla
creazione di una nuova economia verde.
Un progetto che sviluppa per la prima volta le opportunità di riqualificazione offerte dagli incentivi del Piano Regionale delle Attività Estratti! ve in mo do da favorire non soltanto il recupero paesaggistico ma anche l¹opportunità di riscatto economico, sociale ed imprenditoriale di un
territorio dalle tante potenzialità ancora inespresse.
Tredici i progetti realizzati in questa prima fase, che saranno oggetto di una mostra aperta al pubblico dal 25 al 29 settembre presso la Certosa, anticipando una visione più ampia, dove le cave sono intese come il primo elemento di riscatto e costituiscono a tutti gli effetti una rete diffusa di
laboratori per promuovere contestualmente le peculiarità del territorio e le opportunità imprenditoriali innovative del Vallo di Diano. Gran parte di questo ambizioso masterplan si potrà autofinanziare grazie al mercato dell'anidride carbonica per il suo efficacie contributo alla riduzione
globale di emissioni di CO2. Il progetto sarà presentato all'UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change) che quantificherà l'esatto numero di CERs (Certified Emmissions Reduction) che potranno essere utilizzati per rispettare il Protocollo di Kyoto.
 
In allegato la brochure con il programma del convegno, l¹elenco dei progetti realizzati. Per maggiori informazioni www.biovallo.it Salerno, 04 settembre 2008 Ufficio stampa Leader sas Tel. 089/253170
 
I primi tredici progetti realizzati

01 Bio-fiera con spazi scavati in roccia, grandi aree per realizzare eventi all¹aperto e un bosco fotovoltaico (Montesano);
02 Parco per la meditazione con crematorio, piccolo cimitero, cappella per la preghiera e luoghi di raccoglimento (Sala Consilina);
03 Piazza con spazi d¹incontro e attrezzature sportive a servizio di una parrocchia e di una scuola (Montesano);
04 Installazione di luce realizzata esclusivamente attraverso energie rinnovabili (Monte San Giacomo);
05 Osservatorio sullo skyline del vallo con belvedere e aree illuminate interattivamente per eventi notturni (Polla);
06 Infopoint per la conoscenza, la tutela e la promozione turistica della montagna e del Cervati (Sanza);
07 Parco urbano per il tempo libero e manifestazioni con proiezioni  storico-artistiche che r! accontan o la storia del Vallo di Diano (Sala Consilina);
08 Serie di orti urbani e terrazzamenti digradanti per recuperare le piante da frutto locali scomparse (Padula);
09 Sistema di aree coltivate per la produzione, la conoscenza e la promozione dei nuovi materiali biodegradabili (Sala Consilina);
10 Piazza per spettacoli all¹aperto completata nel tempo da artisti invitati a lavorare i blocchi pietra di Teggiano (Teggiano);
11 Parco ed attività per il tempo libero all¹interno del cratere con spazi e percorsi scavati nella pietra di Padula (Padula);
12 Giardino planetario con tre terrazzamenti digradanti che riproducono  i sistemi botanici del Vallo di Diano (Atena);
13 Sistemazione paesaggistica delle sponde del fiume reimpiegando i materiali di risulta della costruzione dell¹autostrada (Casalbuono).

A seconda della geometria, dell¹orientamento e delle esigenze specifiche del fronte delle cave sono state sviluppate diverse tecniche innovative di messa in sicurezza, mitigazione dell¹impatto e rinaturalizzazione:
- corde di canapa agganciate dalla sommità della cava al piano di base per favorire la crescita della vegetazione sia dal basso che dall¹alto;
- reti a maglie larghe in fibre naturali e composite che ricompongono artificialmente il profilo originario della montagna sostenendo allo stesso tempo la vegetazione;
- cavi metallici sospesi dall¹alto ed appoggiati alla roccia con integrate cassette in legno che alloggiano piante rampicanti e discendenti;
- impalcature leggere realizzate in tubi innocenti riciclati con inseriti nnei piani orizzontali sacchetti di juta per supportare la crescita di piante spontanee ed autoctone.
In tutti i casi il concetto guida per il ³restauro² del paesaggio sfigurato è di realizzare una serie di supporti tecnologici minimi, sovrapposti alla roccia, oramai abbandonata da anni (senza provare a rimodellarla con i tipici gradoni inclinati), per consentire alla natura a di far e il suo corso e, in tempi lunghi, di tornare a  colonizzare le ferite causate dall¹uomo.


Tutta l¹energia utilizzata sia per la gestione delle attività diurne e notturne degli spazi pubblici recuperati, compresa quella necessaria per la ralizzazione di proiezioni e luci artistiche, sarà autoprodotta utilizzando eclusivamente sole, vento e acqua. Si utilizzano, dunque, piccoli pannelli
solari integrati e una serie di microturbine eoliche e idrauliche integrate nelle infrastrutture che sostengono la rinaturalizzazione. In alcune cave si reinterpretano inoltre le tradizionali luminarie religiose locali utilizzando i nuovi led a bassissimo consumo.
Tutti gli elementi in pietra utilizzati per la pavimentazione ed il recupero dei grandi piazzali di cava saranno simbolicamente realizzati in pietra artificiale ricostruita con la stessa tessitura, grana e colore delle storiche e preziose pietre locali di Teggiano e Padula oramai non più disponibili.

 


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